Candele e il libro sul comodino


Ci sono libri che ti scelgono, e che sembrano parlare al posto tuo. Libri che ti tengono compagnia alla sera, la sola luce delle candele sul comodino (il lusso di concedermi le candele accese in camera da letto è un capriccio che mi accompagna fin dall’adolescenza), il buio che incornicia l’atmosfera, le pagine avorio del libro che conducono in mondi lontani. E ti guida davvero in un mondo immaginario “La repubblica dell’immaginazione”, il romanzo di Azar Nafisi, duecento ottantotto pagine che raccontano la vita della scrittrice iraniana, trasferitasi prima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti, ritornata in patria, espulsa dall’università di Teheran dal governo degli ayatollah. Un romanzo in cui Azar racconta la sua vita ed esamina gli scritti dei suoi amati scrittori: Mark Twain, Huckleberry Finn, Sinclair Lewis, regalandoci una chiara visione della letteratura americana.

Questo è l’estratto che ho amato di più, quello in cui viene citato il mondo magico, l’immaginazione, la nostra quotidianità:
"Tutte le grandi storie ci insegnano che la terra delle favole, il Paese delle meraviglie, la magica Oz non sono lontani, sono, anzi, nel nostro giardino, a portata di mano, se solo abbiamo gli occhi per vederli. Dorothy, Alice, Hansel e Gretel ritornano tutti a casa, ma non più come quelli di prima perché hanno imparato a guardare con gli occhi dell'immaginazione. Noi lettori siamo come Dorothy e Alice: entriamo in un mondo magico per poi tornare a raccontare la storia come l'abbiamo vista, dandole un significato nuovo. Come sarebbe la nostra vita senza il Paese delle meraviglie che si trova nel nostro giardino, la distinzione tra vita reale e mondo immaginario? Sapevo per istinto che ad un certo punto sarei dovuta tornare alla vita vera, e che andava bene così, finché c'era quel mondo immaginario che potevo portare sempre con me. In un modo o nell'altro, attraverso le storie, i racconti, sul lontano Pianeta in cui il Piccolo Principe annaffiava l'unico fiore, il Paese delle meraviglie e la stanza di Shaharazad, mi hanno aiutata ad affrontare la quotidianità. Come faremo senza la più stabile delle dimore - senza questa Repubblica dell'Immaginazione?"



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